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Quando stiamo per vendere o installare un centralino telefonico nuovo, qual è la domanda più frequente di un addetto alla reception o alla segreteria?

Ve lo racconto, rivivendo insieme la scena…

«Scusa Paolo, posso chiederti una cosa?»

Ecco le parole che mi provocano dentro uno strepitìo di emozioni. La testa comincia a frullare. Penso e ripenso a tutto ciò che può fare un centralino telefonico Asterisk o in cloud. Mi succede un po’ come chi si vede passare la vita davanti prima di un drammatico incidente. Ma, anziché rivivere i momenti belli della mia vita, mi godo il tripudio di funzionalità futuristiche dei centralini. Una incalcolabile quantità di flash pungolano i miei istinti di appassionato: app su smartphone, rubriche condivise, possibilità di utilizzare le numerazioni aziendali ovunque nel mondo, chat aziendali e per il supporto ai clienti, videoconferenze e “tante altre funzioni”, come si leggerebbe sul cartello posto sul petto di Andy, il robot tutto fare (o quasi) del libro “I lupi del Calla” di Stephen King.
Rullo di tamburi… Tre, due, uno… Ancora un attimo di suspense… Ed ecco la fatidica domanda che metterà pace all’ansia dell’addetto alla reception davanti a me. «Con il nuovo centralino potrò ancora trasferire le chiamate?». Le mie spalle cedono di colpo. In un attimo mi trasformo nel gobbo di Notre-Dame. Ogni volta mi illudo di ricevere domande più tecniche, che mi permettano di dare libero sfogo alla passione. Invece rimango sempre fregato e l’ago del mio barometro interno passa da giornata soleggiata a uggiosa.
«Sì, certo».

L’ansia del trasferimento di chiamata

La funzione “trasferimento di chiamata” è alla base di ogni centralino telefonico, ma genera ansia. Ogni volta che l’operatore trasferisce una chiamata è timoroso: non sa come e dove andrà a finire la telefonata, se risponderà la persona giusta o se tornerà indietro. E nel caso dovesse tornare indietro, sarà in grado di ricordare e di collegare la voce dall’altra parte con il nome della persona senza fare figuracce?
Ma l’ansia pervade anche noi quando telefoniamo a una qualsiasi azienda e l’operatore ci mette in attesa, preannunciando il trasferimento di chiamata. Il mio primo pensiero è: «Che palle!». Come prosegue la storia? Qui si apre un ventaglio di opzioni:

  1. dopo un’oretta circa la chiamata torna all’operatore, che mi troverà irritato dall’attesa e dalla snervante musichetta che mi sono dovuto sorbire;
  2. la chiamata entra in loop e non risponderà mai nessuno;
  3. cade la linea;
  4. mi risponde la persona sbagliata che con disinteresse mi instrada verso il giusto interlocutore
  5. mi risponde la persona che sto cercando.

Ad ogni modo aspetto e spero, incrociando le dita. Da utente, in realtà, non mi fido poi così tanto quando vengo “buttato” in un trasferimento di chiamata.

Fortunatamente dietro a quella funzione esiste un mondo fatto di ingegneri che non si vedono per strada o nei pub e che pensano a tutto. Oltre a loro, anche noi di Eccelso siamo molto attenti all’aspetto del trasferimento di chiamata durante la configurazione e l’implementazione dei centralini voip e in cloud.
Ogni chiamata viene gestita in modo che non venga persa, esiste la possibilità di configurare dei backup delle chiamate in coda e l’utente non percepisce nessun disservizio.
Siamo consapevoli che anche ciò che succede durante un trasferimento di chiamata rappresenta l’immagine aziendale per cui è bene che funzioni tutto correttamente.

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